Zarri, Adriana by unknow

Zarri, Adriana by unknow

autore:unknow
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Etica e Filosofia, Religione
ISBN: 9788849838084
Google: HJ4fAgAAQBAJ
editore: Rubbettino Editore
pubblicato: 2013-10-16T22:00:00+00:00


La grammatica e l’uomo

La preghiera ha due grandi radici: una in cielo (Dio) e l’altra in terra (l’uomo). O forse è meglio dire che la preghiera è un seme divino che trova in noi il suo terreno di germinazione.

Sarebbe semplicistico affermare che le due «scuole» privilegiano rispettivamente Dio e l’uomo (in effetti anche la mistica spagnola accentua fortissimamente l’azione divina); ma forse si può dire che l’una sottolinea il valore del seme e l’altra il suo processo d’impianto sul terreno. E nei rispettivi deterioramenti che ogni scuola conosce, l’una si arresta a una considerazione oggettiva astratta e l’altra invece si smarrisce nel rincorrere le fenomenologie del soggetto, le cui connessioni con il seme sembrano più psicologiche che profondamente teologali. E, in questo cambio di prospettiva, c’è, senza dubbio, una provvidenziale dialettica che darà frutti molto più tardi.

Vi sono certi discronismi che si possono anche leggere nell’ottica della profezia. Forse la scuola mistica spagnola è stata una «svolta antropologica» in anticipo sulla nostra teologia, la cui lezione sarebbe stata colta dopo secoli, insieme anche ai deterioramenti di un intimismo romantico cui il degenerare del misticismo di tipo soggettivo non fu estraneo.

Oggi non fa più meraviglia l’accentuazione sul soggetto. C’è perfino una sapida battuta che dice che, per insegnare la grammatica a John, bisogna sapere la grammatica e conoscere John. È un’arguta risposta a chi aveva creduto sufficiente sapere solo la grammatica. È la risposta che ha dato la scuola psicologica, facendo un minuto censimento delle reazioni soggettive: del comportamento di John. Dopo la sua lezione, e in seguito anche ad altre confluenze culturali, al nostro astratto oggettivismo, si presenta oggi questo soggetto concreto, col suo nome e cognome; anzi con il nome soltanto; e un nome singolo è tanto più personalizzante di un comune cognome di casata. Ci si presenta John, con tutta la sua fenomenologia. E sta bene, era necessario. Però, alla fine, a questo John, dovremo pur insegnare la grammatica. La scuola spagnola, pur con la sua accentuazione soggettiva, l’aveva saputa insegnare. E noi? Purtroppo dobbiamo ammettere che la grammatica della preghiera è oggi quasi ignorata. E il guaio è che non conosciamo neanche John. Forse crediamo di conoscerlo. E, in ogni caso, il John che ci sta innanzi è un terreno del tutto refrattario. Non per nulla ha un nome inglese e una provenienza che s’indovina statunitense: è il tipico prodotto della degradazione di quest’Europa occidentale in agonia, trapiantata e ulteriormente impoverita. È l’uomo del prodotto e dell’utile: uno dei terreni più ingrati per la germinazione di Dio.



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